Salve a tutti!
Il mio nome è Elena Garbugli e sono una traduttrice freelance.
Sono specializzata nella traduzione audiovisiva, ma mi occupo anche di traduzione editoriale.
Conosco e lavoro con 4 lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese.
Offro servizi di traduzione, editing, correzione bozze, insegnamenti linguistici e interpretariato consecutivo.
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In uno dei miei precedenti articoli, avevo discusso di come il tormentone “I have a bad feeling about this” di Star Wars era stato tradotto. Chi ha seguito la saga nel corso degli anni sa che in ogni episodio c’è un personaggio che esordisce con questa frase. Lo spettatore ormai se lo aspetta e ci è stato dimostrato come questa tradizione sia sempre stata rispettata, anche quando sembrava che fosse stata interrotta (vedi Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi). Il capitolo conclusivo Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker non poteva essere da meno.
Premetto che questa riflessione l’avevo pubblicata qualche mese fa, all’alba dell’uscita della serie in Italia su Sky, sulla pagina Facebook professionale, e che all’epoca non era ancora stata effettuata un’importante modifica di cui poi troverete commento all’interno dell’articolo.
Queste Oscure Materie (titolo originale: His Dark Materials) di Philip Pullman è una delle saghe di libri che ho adorato di più.
A distanza di quasi 20 anni dalla lettura del primo libro, La Bussola d’Oro (titolo originale: Northern Lights), lo ricordo ancora perfettamente. Rivivo spesso le immagini evocative di questo romanzo. Lessi il secondo (La Lama Sottile) e il terzo libro (Il Cannocchiale d’Ambra) a distanza di circa 10 anni dal primo che non ebbi bisogno di rileggere per riprendere il filo tanto era vivido nella mia memoria ed è ancora così. Gli argomenti trattati sono così attuali e il modo di esprimerli di Philip Pullman è appassionante e coinvolgente. Mai una storia è rimasta così impressa nella mia mente per così tanto tempo. Continua
Potrei risultare monotona, ma da fan di Star Wars, mi sento di parlarne ancora e ancora.
Contrariamente a quello che sta dicendo la massa, a me Gli Ultimi Jedi è piaciuto e lo trovo coerente con l’evoluzione della storia. L’ho trovato un bel film e la trama, secondo me, è ben scritta a prescindere dal fatto che sia Disney o meno (polemica che, a mio avviso, sta rasentando il ridicolo).
Però non voglio parlare di questo, ma piuttosto di una curiosità che mi è venuta guardando l’Episodio VIII: ma il tormentone che siamo sempre stati abituati a sentire in tutti i film della saga “Ho un gran brutto presentimento!” dov’è? Perché non lo hanno messo in questo capitolo? Continua
Oggi esce (finalmente!) Star Wars: Gli Ultimi Jedi, l’attesissimo Episodio VIII.
Io sono una fan sfegatata, pensate che da piccola Luke Skywalker era il mio principe azzurro!
Si è parlato tanto della traduzione dei nomi di personaggi e oggetti, come la polemica per aver cambiato il nome del droide R2-D2 in C1-P8 nella prima trilogia che è poi tornato a corrispondere all’originale nella trilogia prequel, creando non poca confusione.
Oppure dell’italianizzazione di Leia in Leila o di Han in Ian. Anche quest’ultimi nomi sono tornati ad essere pronunciati come in originale nell’Episodio VII – Il Risveglio della Forza. Personalmente condivido questa scelta, perché un nome è identificativo del personaggio e deve essere pronunciato come è stato concepito (a meno che non abbia un significato particolare che esige la traduzione).
Una scelta che invece trovo molto azzeccata e fortunata è la traduzione di Death Star in Morte Nera. La traduzione letterale “Stella della Morte” non sarebbe risultata altrettanto terrificante e imponente.
Al contrario, però, non amo molto il nome italiano Dart Fener, seppur sia cresciuta con esso e lo abbia utilizzato per molti anni. Ma non appena ho saputo che il nome originale era Darth Vader, l’ho apprezzato e cominciato a utilizzarlo perché più evocativo e ricorda appunto “invader”, ovvero “invasore”.
Detto questo, segnalo un articolo molto interessante, scritto da Lorenzo Frati, che parla della scelta dei nomi e del doppiaggio e col quale mi trovo abbastanza d’accordo, soprattutto in merito all’ipotesi di ridoppiare la trilogia classica.
Vi consiglio di leggerlo: La Guerra delle stelle: Il doppiaggio e l’adattamento italiano di Star Wars del ’77 di Lorenzo Frati.
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